PERCORSO BENEDETTINO
L’ agriturismo “LE BOVE” costituisce ottima base di partenza per un giro turistico-religioso sulla orme di San Benedetto. La zona è ricca di siti benedettini tra i quali citiamo i seguenti:
a) ABBAZIA DI PRAGLIA: importante per la varietà del complesso architettonico e per la presenza di una fiorente vita monastica.
b) EREMO DEL MONTE RUA: abitato da monaci camaldolesi di stretta osservanza, tra i quali anche un monaco “recluso” di origine giapponese.
c) CORREZZOLA: simbolo dell’ influsso del monachesimo sull’ economia e sulla vita sociale.
d) SANTO STEFANO DI CARRARA: simbolo dell’ intreccio tra politica e religione;
e) EREMO DELLE CARCERI;
La presenza dei benedettini è documentata nella storia fino dal mille. Uomini di preghiera, seguendo la regola di san Benedetto si ritirarono in vari romitaggi del padovano per pregare e per seguire un Santo percorso di conversione. Le opere agrarie della zona furono eseguite, praticamente per intero sotto la guida dei monaci.
PRAGLIA: dieci secoli di storia da quando il conte Umberto di Montebello, interno al 1100 costituì tale monastero. Attraversò la crisi monastica del ‘300 ‘400 fino alla rinascita, spirituale, economica, culturale ed artistica , del secolo XV, ad opera dell’ abate Ludovico Barbo.
Nel ‘500 vi operarono gli scultori Tullio Lombardo; Bartolomeo Montagna (Crocifissione del refettorio). Girolamo dal santo (Deposizione dal sepolcro-sala del Capitolo), Domenico Campagnola, il Veronese, Tintoretto, Antonio Badile, Dario Varotari, Gian Battista Zelotti.
La biblioteca contiene una collezione di testi del Fogazzaro che, in “piccolo mondo moderno” incitò i monaci alla ricostruzione del monastero dopo il periodo delle soppressioni napoleoniche. Erboristeria, restauro del libro antico.
Siti collegati al Monastero: Santuario del Monte della Madonna a Teolo (PD) (ancora attivo, con presenza di monaci) – Sant’ Urbano (PD) – Tramonte (PD) – Villa del Bosco (PD) – San Benedetto delle Selve (PD)
MONTE RUA: situato alla cima dell’ ononimo colle, raccoglie una comunità di monaci benedettini di tito Camaldolese, di rigida osservanza. Vi si trova anche un monaco “recluso” di origini giapponesi.
CORREZZOLA (PD) : Nel 1129 Guido dè Crescenzi cede il terreno all’ Abate Alberto di Santa Giustina. Il monastero è famoso, soprattutto per le opere di bonifica attuate nella zona. La rinascita del monastero parte dal ‘400, alla fine della Guerra tra Padova e la Serenissima Repubblica di Venezia.
Famoso, inoltre per la presenza di pescaie.
Nel 1408 Ludovico Barbo inizia la riforma morale del monastero e dei suoi possedimenti.
Gastadie collegate: CONCADALBERO (RO) VILLA DEL BOSCO (RO) – CONA (RO)
Venne soppressa dalle leggi napoleoniche.
MONASTERO DI SANTO STEFANO DI CARRARA – DUE CARRARE (PD)
Inizialmente fù ospedale ed ospizio per i pellegrini. Nel 1107 i Marchesi di Este donarono ai monaci il terreno e le pertinenze edificate. Nel 1122 Il Concordato di Worms regolarizza la posizione di tali religiosi quali regolari, con regola agostiniana. Si tratta di un complesso molto importante al quale si registra anche una donazione della Beata Beatrice d’ Este. Nel 1408, con la conquista venezianal’ abate Venier crea un collegamento tra tale monastero e San Giorgio in Alga a Venezia (VE). Si tratta di monaci Camaldolesi di stretta osservanza. Vi si trovano opere di Salviati e di Zelati. Al momento della soppressione, attuata dai veneziani, alla fine del ‘600, per sostenere le proprie guerre contro i turchi, possedeva oltre 20.000 campi.
MONASTERO DI SANTO STEFANO DI CARRARA – DUE CARRARE (PD)
Si hanno notizie a partire dal 1027. In parte demolito 1793, venne ripristinato da Camillo Boito nel 1896. Il legame trala nobile famiglia dei carraresi ed il Monastero è strettissimo e risale al 1200. si hanno notizie dell’ aresto, da parte del tiranno Ezzelino da Romano, dell’abate del monastero di santo Stefano da Carrara per appropriarsi delle grandi ricchezze, in sfregio ai carraresi, suoi nemici, Contiene un sarcofago marmoreo di Marsilio attribuito ad Andrea dè Santi.
All’ atto della conquista veneziana la vendetta, contro i carraresi, signori di Padova si concretizzò con la donazione del monastero all’ arciprete di Cittadella (PD), Viene ceduto, successivamente ai nobili Erizzo che non riuscirono più a rivalutarlo. Il colpo di grazia lo subì con la demolizione del 1793.